Sub-totale :
0.00 €
Il Blog
di KIPLI
DORMIRE MEGLIO
Condividere:
L’industria farmaceutica ci dà accesso a farmaci studiati appositamente per chi ha disturbi del sonno e altre problematiche che non lo fanno risposare bene. Ma i farmaci che vengono impiegati per sconfiggere l’insonnia o per migliorare l’efficienza del sonno hanno diverse controindicazioni. Possono dare dipendenza e i loro principi attivi perdere efficacia nel corso di trattamenti prolungati nel tempo. Benzodiazepine, barbiturici ed altri psicofarmaci che richiedono presentazione di ricetta, devono essere presi in considerazione soltanto in casi di estrema necessità ed urgenza, solo ed esclusivamente sotto controllo medico. Ecco perché, tutti coloro che soffrono di insonnia e che hanno diversi gradi di difficoltà ad addormentarsi sono sempre alla ricerca di nuove soluzioni al loro problema. Rimedi naturali, piccoli accorgimenti o possibili grandi soluzioni che possano portare a ritrovare la via del sonno.
Il potere della musica di indurre al sonno è attestato sin dalla tenera età – ogni genitore ha assistito ai visibili benefici che una nenia rilassante può produrre nel proprio pargolo. Chi si fa aiutare dai carillon che vengono inseriti nelle culle dei bambini e chi sa cantare e non rinuncia mai ad una ninna nanna al proprio figlio. Per cullarlo dolcemente fino alla fase REM, durante la quale potrà adagiarlo nel suo giaciglio senza il rischio che possa risvegliarsi al minimo rumore o movimento.
Una volta cresciute, per qualche motivo, le persone perdono l’abitudine di ascoltare musica prima di dormire. Come se, con l’innalzarsi dell’età anagrafica, il potere della musica per conciliare il sonno diminuisse.
Per capire invece come l’ascolto della musica possa intervenire sui delicati meccanismi del sonno, bisogna sapere che la musica viene digerita dal cervello. Il cervello, che trasforma le onde sonore in segnali elettrici che vengono scaricati nel corpo, fungendo anche da regolatori nel rilascio di specifici ormoni. Durante l’ascolto di determinata musica, alcuni ormoni vengono inibiti, altri rilasciati. È il caso del cortisolo, che, se presente in quantità elevate potrebbe bloccare il sonno, o della dopamina, che invece lo concilia, avendo un potere lenitivo sul dolore ed un ruolo determinante nella regolazione del ritmo sonno-veglia.
Il primo effetto prodotto nell’atto di ascoltare musica per conciliare il sonno è dunque quello del rilassamento del sistema nervoso, grazie alla riduzione dello stress e della sofferenza a livello fisico e mentale.
Quando si parla dell’influenza della musica sul sonno è importante sottolineare che non si tratta di un dato meramente quantitativo (quante ore di sonno dormi), ma anche e sopratutto della qualità del sonno. Puntare sulla musica per guarire durante il sonno significa farsi aiutare dal ritmo, dalla melodia, dalle tonalità cromatiche del suono.
Non si va a ricercare esclusivamente l’atto di dormire: il vero obiettivo è quello di arrivare ad ad avere una qualità del sonno elevata - dormire per un periodo di tempo prolungato senza avere interruzioni e risvegli costanti.
Uno studio condotto nel 2020 a Taiwan ha fatto emergere il ruolo importante della musica sul sonno. Del primo gruppo preso a campione facevano parte donne mature con normali performances relative al sonno – minime criticità legate all’addormentarsi e ai risvegli. Stando ai risultati, ascoltare 45 minuti di musica prima di coricarsi porta a migliorare all’istante la qualità del sonno notturno. L’aspetto forse più importante riguarda la rapidità dell’efficacia di questo rimedio: è possibile beneficiare dei vantaggi che apporta l’ascolto di musica già dalla prima dormita consecutiva all’ascolto.
All’altra fascia presa in esame, quella di donne mature afflitte dalla piaga dell’insonnia, si è fatto ascoltare per dieci giorni una playlist scelta dal soggetto stesso. Questo accorgimento ha portato ad una riduzione del tempo necessario ad addormentarsi di ben quattro volte i tempi normali. Chi, ad esempio, impiegava più di un’ora e mezza per arrivare a dormire, ascoltando la proprie canzoni per addormentarsi ha visto scendere questo tempo in maniera significativa. Un risultato notevole che migliora nel tempo. Alla fine del periodo di test, la stessa musica conciliava il sonno con tempi ancora migliori. Questo perché il nostro organismo si attiva e si disattiva sulla base di una nuova routine che ha imparato a riconoscere. Rallenta il battito cardiaco, si abbassa la pressione e si comincia ad avere una respirazione più lenta.
Nelle sue conclusioni, lo studio taiwanese ha fatto emergere che i parametri rimangono particolarmente soggettivi, come è giusto che sia. Tutto dipende dalla suggestionabilità dell’individuo, che può rispondere in modalità diverse alle proprie percezioni. In questo senso, una persona suggestionabile è più aperta alla possibilità, all’efficacia dell’utilizzo della musica per guarire durante il sonno.
È lecito chiedersi quale sia la migliore musica per addormentarsi? Al di là dei gusti personali e delle playlist, alcuni particolari generi musicali possono arrivare ad influire meglio nelle varie fasi che precedono, conciliano e addirittura accompagnano il sonno. Proprio così – è possibile addormentarsi ascoltando musica, magari settando il proprio device per uno spegnimento automatico posticipato.
Capire quale sia la musica più adatta ad addormentarsi non è questione di test. Sarebbe infatti possibile ma molto complicato, proprio in virtù del fatto che il campione preso in esame è molto vasto, considerando le differenti fasce di età, il sesso e le diverse tipologie musicali. Senza considerare il numero di playlist infinito a cui si potrebbe accedere. Ogni studio si concentra sul singolo soggetto, su criteri e gusti personali per cui si adatta la selezione alla circostanza. La musica ha, per sua natura, una componente legata alla memoria individuale. Se una persona associa una canzone ad un evento drammatico, per quanto questa possa essere rilassante, delicata, rasserenante, su di lui avrà un effetto contrario.
Infine, per scoprire davvero quale musica può conciliare il sonno, nel prossimo futuro dovremmo chiamare in aiuto la scienza: l’acustica, la termoacustica, l’ingegneria del suono. C’è infatti tutta una serie di componenti che non devono essere dimenticate. Le vibrazioni e le sensazioni fisiche di benessere che trasmettono le canzoni per addormentarsi. E l’obbiettivo laterale (ma non meno importante) che si riesce a raggiungere: quello di coprire le eventuali interferenze uditive. Il rumore delle automobili lungo la via, un vicino di appartamento particolarmente fastidioso, ma anche il frastuono stesso generato dalla propria ansia, dai propri pensieri incalzanti e molesti.
Al netto di questi benefici, la musica, insieme allo yoga e alla meditazione, rappresentano una valida alternativa all’uso massiccio di farmaci.
A livello di frequenze musicali, ci sono alcuni generi che facilitano il sonno. La musica classica ha sicuramente grandi potenzialità, ma dipende sempre dal tempo, dalla chiave, dai timbri armonici. Sul versante opposto, c’è anche molta musica elettronica rilassante, per non parlare della dub music e di altri sottogeneri più underground.
Passando oltre i generi, sul terreno della frequenza, c’è il rumore bianco (es.: suoni di pioggia, di corsi d’acqua, di vento), e poi il caso dei binaural beats. Cosa sono i battiti binaurali? Quando ascoltiamo, una in ciascun orecchio, due tonalità leggermente diverse in termini di frequenza, il nostro cervello elabora un battito alla differenza delle frequenze. È il battito binaurale, un’illusione uditiva che è stata esplorata anche nel mondo della musica ed una tecnologia utilizzata per accordare strumenti, come pianoforti e organi. Negli ultimi anni si è parlato molto dei benefici per la salute connessi all’ascolto dei binaural beats, fra cui la riduzione dell’ansia e la facilitazione nel sonno.
Infine, uno studio sulla musica a 432 Hz - una modalità di accordatura particolare degli strumenti che ha alcuni effetti sulla qualità complessiva del sonno. In particolare, secondo alcuni studi, è proprio questa frequenza specifica che influisce sull'architettura del sonno e sul pattern elettroencefalografico degli individui che l’ascoltano.
Al di là di musica strana e frequenze particolari, quali sono le canzoni che possono aiutarti a dormire? Quali sono quei pezzi con un effetto diretto sul nostro sistema nervoso? Quelli che preparano il nostro organismo per una buona notte di sonno? Una cosa è certa: ascoltare musica rilassante prima di andare a letto porta diversi benefici:
Quale che sia la musica che concilia il tuo sonno, c’è un dato di base, questa deve assolutamente distrarre e rientrare all’interno di un range di BPM (battiti per minuto) che trovino una certa assonanza con la propria frequenza cardiaca.
Pensandoci bene, è quello che succede con i bambini piccoli. Uno dei metodi più efficaci, quando si tratta di fare addormentare un neonato, è quello di cullarlo, cantargli la ninnananna e dargli dei leggeri colpetti sul sederino seguendo il ritmo dei battiti del proprio cuore. Questo perché il ritmo cardiaco è rimasto impresso nella memoria del bambino grazie ai nove mesi che ha passato nel ventre. Riconoscendolo nuovamente nel ritmo indotto dalla mano, si potrà rilassare con un suono che conosce perfettamente.
Ovviamente la frequenza si abbasserà andando a sincronizzare il corpo ed il proprio battito con una musica dalla frequenza un po’ più lenta, in maniera molto naturale.
Fai risplendere la tua casa, naturalmente
Hai una domanda? Ti rispondiamo con il sorriso :)
Telefono
da martedì a sabato dalle 11:00 alle 14:00 e dalle 15:00 alle 18:30
Chat
Chat live
con il nostro fantastico servizio clienti
I nostri prodotti
I nostri servizi